La tratta ferroviaria Saline – Cecina è ancora una volta a rischio. Da qualche tempo in Regione si parlerebbe di un’eventuale chiusura definitiva del “ramo secco”. Ma da più parti ci sono riserve. E nascono proposte di rilancio.
Da sempre la linea ferroviaria Saline di Volterra – Cecina vive uno stato di precaria sopravvivenza. Chiusa al traffico merci è servita solo da 4 coppie di treni limitatamente al periodo scolastico. Chiusa anche in estate e nei festivi, dove è sostituita da un servizio di bus. Tutte le stazioni ferroviarie sono state declassate al ruolo di fermate, e ormai viene gestita con il solo esercizio a spola. In Regione si parlerebbe da tempo di taglio definitivo della tratta. Ma ora le voci circolerebbero insistentemente. L’altra ferrovia a rischio sarebbe la Campiglia Marittima – Piombino. Un problema di costi, ma anche di mancata progettualità, secondo alcuni. Il servizio costerebbe alla Regione cinque € a chilometro, a fronte dei due € per chilometro del servizio autobus. Per questo in Regione si sarebbe discusso sull'opportunità di tagliare i costi del servizio ferroviario, visto che è la Regione l'organo che paga Trenitalia per i servizi definiti "regionali". E l'attenzione si sarebbe posata sulla Cecina-Saline. Su Siena sarebbe stato sconsigliato di tagliare perché la Provincia ha avuto una forte attenzione sulle ferrovie. In effetti la politica ferroviaria della provincia di Siena ha portato anche a rivitalizzare, in collaborazione con associazioni di volontari, tratte dismesse da anni, come la linea delle Crete senesi, alimentando anche un circuito turistico alternativo. A far sperare è invece l’interesse dimostrato da Angela Dondoli, responsabile regionale del Settore pianificazione servizi e infrastrutture di trasporto, durante l’incontro inaugurale della mostra fotografica sul vecchio treno Saline – Volterra. Le risorse sono limitate, ma ci sarebbe interesse per nuove progettualità. La tecnologia stessa ha abbattuto i costi di gestione delle linee. Secondo l’ing Montelucci la tecnologia tramviaria avrebbe addirittura soppiantato quella ferroviaria, riducendo i costi di realizzazione. Manca qualcuno, secondo i “tifosi del treno” che metta mano al portafogli finanziando uno studio di rilancio della linea, coinvolgendo aziende di autolinee di pullman o altri partner locali privati anche nella gestione del servizio. La normativa contrattuale attuale obbliga la presenza su ogni treno passeggeri, anche se ad un'unica carrozza come quelli che circolano sulla Cecina-Saline, di almeno due persone, macchinista e capotreno. Il costo dell’equipaggio quindi è doppio, ma “sarebbe inutile nei piccolissimi convogli ad un'unica automotrice come quella che solca il Volterrano – afferma uno degli organizzatori della mostra. Nei treni fino a dieci carrozze una persona potrebbe bastare. Quindi il costo attuale, stimato in circa 50.000 euro all'anno per persona, potrebbe essere dimezzato se si adottassero tecnologie e normative che consentissero di fare con un solo agente, macchinista senza capotreno, come se si fosse in un pullman”.
Marco Buselli